Mai in passato i disturbi psichiatrici sono stati così al centro dell’attenzione della società e mai sono stati forniti alla psichiatria tanti mezzi per curarli prevenirli e studiarli.
Il numero di psichiatri,
psicoterapeuti e psicologi clinici è aumentato enormemente come pure i
finanziamenti per la cura e la ricerca.
Tutto questo ha condotto ad una
migliore diagnosi dei disturbi psichici, a un sempre crescente numero di
pazienti che si rivolgono allo psichiatra e allo psicologo ed alla scoperta ed
invenzione di mezzi terapeutici molto efficaci ed impensabili sino a cinquanta
anni fa.
Tali progressi sono stati
particolarmente importanti nel campo della Malattia Maniaco-Depressiva.
Paradossalmente i risultati
terapeutici, in particolare quelli a lungo termine, sono in molti casi
dolorosamente deludenti, soprattutto nell’ambito della Malattia
Maniaco-Depressiva.
Il numero di suicidi non è
diminuito, anzi in alcuni paesi è aumentato (Van Praag 2002). E’ recente la
notizia che ogni anno muoiono per suicidio nel mondo un milione di persone. Le
pensioni di invalidità civile per depressione sono in continuo aumento (Holden
2000) ed in Finlandia sono già al primo posto come causa di invalidità civile.
Ugualmente i casi che diventano cronici oppure mostrano un aumento delle
ricadute, sino alla rapida ciclicità (Kukopulos 1983), sono in continuo
aumento.
Indubbiamente ci sono cause
generali che hanno contribuito a questi esiti negativi, come il cambiamento
dello stile di vita negli ultimi cinquanta anni e l’uso ed abuso di alcoolici e
di sostanze stimolanti e stupefacenti.
L’uomo durante tutta la sua
evoluzione e fino al XX secolo ha dormito da poco dopo il tramonto del sole
fino all’alba. Con l’introduzione della luce elettrica, della radio, della
televisione, degli spettacoli serali e dei locali notturni la vita attiva si è
prolungata nella notte sconvolgendo il ritmo circadiano fondamentale di
veglia-sonno e spesso riducendo il sonno del mattino per necessità scolastiche
e lavorative. Conoscendo l’importanza del sonno nei disturbi psichici non è
difficile intuire l’influenza di questi cambiamenti di vita nella genesi di
tali disturbi, specie dei disturbi dell’umore. Basti pensare che spesso una
sola notte passata senza dormire può scatenare la mania.
Anche il fatto che la vita è
diventata più intensa, spesso frenetica e con innumerevoli stimoli di ogni
genere contribuisce ad eccitare e stressare il sistema nervoso rendendo più
facili i suoi scompensi almeno nelle persone predisposte.
Certo la vita oggi è più agiata,
almeno nel mondo occidentale, ma è diventata anche più ansiogena perché più
competitiva. Fin dall’infanzia scuola ed esami, concorsi, ricerca del lavoro e
ricerca del successo. Una volta, almeno per le grandi masse, c’era poco per cui
competere.
Un altro fattore che contribuisce
grandemente sia allo scatenamento sia all’esito sfavorevole delle cure dei
disturbi psichici è la grande diffusione delle sostanze stimolanti. Il caffé è
un potente stimolante e molte persone ne assumono grandi quantità. E’
esperienza clinica molto frequente vedere dei pazienti che non rispondono alle
cure perchè bevono molti caffé anche dieci al giorno. Molti di loro non
dovrebbero berne nessuno, almeno fino alla completa stabilizzazione.
Naturalmente anche la coca-cola ha gli stessi effetti. L’alcool, oggi consumato
anche da molti giovani ed anche da adolescenti, ha effetti disastrosi e rende
vane le cure.
L’uso di sostanze stupefacenti
stimolanti come la marijuana, le anfetamine e la cocaina sono ancora più
dannose. La marijuana e l’hashish, pur essendo più deboli degli altri, sono
molto più diffusi fra i giovani e contribuiscono più di tutte le altre sostanze
allo scatenamento precoce dei disturbi bipolari ed al fallimento delle cure.
Purtroppo il temperamento delle
persone predisposte ai disturbi bipolari è spesso energico, eccitabile,
irrequieto, ipersensibile e li porta sia ad una vita più intensa ed alla
ricerca di stimoli e di successo sia all’uso di sostanze stimolanti. Tutte cose
che poi scateneranno la malattia e renderanno problematica la terapia. È lo stesso temperamento
maniaco-depressivo che con la sua inventiva, la sua creatività, il suo coraggio,
la sua sensibilità ed emotività ha formato il mondo nel bene ma anche nel male.
Non è una casuale coincidenza che tanti grandi uomini fossero
maniaco-depressivi. D’altra parte il 35% delle persone in carcere sono bipolari
(Joe Calabrese 2005) come pure molti dittatori e uomini di stato.
Altra causa frequente dei nostri
fallimenti terapeutici è l’incompleta adesione dei pazienti alle terapie.
Questa cattiva compliance ha molte e ben comprensibili cause. Gli stessi
disturbi psichici, per esempio la mania e l’euforia, spesso impediscono al
paziente di capire l’abnormità del proprio stato e del proprio comportamento.
Inoltre il paziente inconsapevolmente ma spesso consapevolmente desidera
l’euforia e trascura le cure che la possono diminuire o prevenire. L’euforia è
una condizione di vita meravigliosa; grande energia, sicurezza di sé, armonia
con tutto, profonde emozioni, lucidità e creatività mentale, intensa vita
sentimentale e sessuale. Difficile rinunciare. Queste caratteristiche della
hypomania sono certamente alla base della creatività, spesso geniale dei
bipolari.
Curare il sistema nervoso centrale non è come curare il
ginocchio. In più, i pazienti sono riluttanti ad assumere sostanze che debbano
curare la “psiche”. L’antica distinzione fra anima e corpo, fra materia e
spirito è ancora viva dentro di noi. Anche lo stigma della malattia mentale, il
timore di essere etichettato come malato in famiglia, perciò inferiore agli
altri, lo inducono a rifiutare le medicine o a smetterle prima possibile. Prendere
degli psicofarmaci non è come prendere medicine per il resto del corpo
umano. Inoltre, il fatto che per i
casi con ricadute non esista una cura radicale ma le cure si debbano prolungare
per lunghi tempi, spesso per sempre, rende la compliance ancora più difficile
per il paziente.
Certamente molti pazienti non
guariscono perché non vengono diagnosticati come bipolari. Per lungo tempo le
diagnosi sono: depressione unipolare, disturbo di ansia, disturbo di
personalità e per le forme miste o psicotiche disturbo schizofrenico. È noto
che in tutto il mondo trascorrono
in media più di dieci anni fra il manifestarsi della malattia e la sua corretta
diagnosi. Con il passare del tempo e sotto l’effetto di cure improprie la
malattia si aggrava. Le ragioni di questo enorme ritardo di diagnosi sono molte
e prima di tutte il polimorfismo e le molte “atipie” del disturbo bipolare. La
causa però più frequente è l’insufficiente conoscenza del disturbo da parte
degli psichiatri di tutto il mondo. In effetti, dopo Kraepelin, il disturbo
bipolare è stato a lungo sottovalutato e trascurato
dalla psichiatria mentre veniva ampliata l’importanza della depressione
unipolare, dei disturbi di personalità e della Schizofrenia. Solo con l’uso del
litio per la prevenzione delle ricadute
è rinato l’interesse per le cause, la prevalenza, le varie forme, il
decorso e la terapia della malattia.
Esaminando la storia clinica dei
bipolari si constata che i dieci anni trascorsi in errate diagnosi non erano il
tempo impiegato dalla malattia per manifestarsi nelle sue forme tipiche e
facilmente diagnosticabili ma piuttosto il tempo impiegato dal paziente, nel
suo peregrinare, ad incontrare uno psichiatra che riconosca il suo disturbo
bipolare.
Al di là di tutti i casi con
esito negativo attribuibili alle suddette cause, esiste un grande numero di
malati bene diagnosticati, curati attentamente ed intensamente e con buona
compliance da parte del paziente, che non ha esito favorevole. Molti pazienti
bipolari trascorrono lunghi anni di sofferenze e penosi disagi in continue
ricadute. Sofferenze e disagi anche per la famiglia.
Conoscendo la notevole efficacia
di molti agenti terapeutici di cui disponiamo oggi per il trattamento dei
disturbi bipolari, si rimane perplessi davanti a questi fallimenti terapeutici
e si vorrebbe conoscerne le cause.
Pensiamo che la nostra nosologia
presenti limiti e lacune che inducono ad errori terapeutici ed a strategie
terapeutiche inadeguate.
Tutti gli argomenti discussi in questo convegno sono della
massima importanza per la terapia
dei pazienti bipolari nei vari aspetti delle loro polimorfe manifestazione e
problematiche. Il lettore troverà in questo volume la sintesi di ogni lavoro
presentato da grandi esperti al Congresso del 21-22 Gennaio.
In questa introduzione vorremmo accennare ad
alcuni problemi di drammatica importanza oggi: il problema delle depressioni
agitate o depressioni miste, il problema della prevenzione del suicidio, il
problema dello switch e della destabilizzazione cronica dell’umore associati al
problema cruciale dell’uso degli antidepressivi nei bipolari ed il problema più
generale ma fondamentale del rapporto fra stati di eccitazione e stati
depressivi e dei riflessi di questo rapporto sugli effetti e l’esito delle terapie…
Si dovrebbe considerare
l’eccitazione un processo lesivo, fortemente stressante per il sistema nervoso
e la depressione la sua conseguenza. I dati sul fenomeno della eccitotossicità
confermerebbe questa ipotesi. Questa ipotesi spiega anche perché tutti gli
stabilizzatori dell’umore sono tutti agenti antieccitativi mentre gli
antidepressivi inducono instabilità dell’umore.
Si potrebbe dire metaforicamente
che la mania è il fuoco e la depressione la sua cenere.
Prevenire o sopprimere prima
possibile gli stati di eccitazione dovrebbe essere la strategia adatta a
prevenire anche le depressioni bipolari.
Dall’introduzione di Athanasios Koukopoulos, Fallimenti
terapeutici nei pazienti bipolari: Nuove strategie, a cura di
Athanasios Koukopoulos e Paolo Girardi, Paperback, Roma 2005
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